Villa Campolieto

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Uno dei capolavori del settecento, fu costruita a partire dal 1755 per volere del duca di Casacalenda che ne affidò i lavori in un primo momento all'architetto Mario Gioffredo ed in seguito all'architetto Luigi Vanvitelli. La villa presenta una pianta quadrata articolata in quattro nuclei separati dai braccidi una galleria centrale a croce greca. Lo scalone principale, voluto dal Vanvitelli, presenta uno schema simile a quello della Reggia di Caserta. Molto bella è la facciata posteriore che, nella zona centrale, si unisce al portico ad archi a tutto sesto che somiglia al colonnato ad archi tondi del giardino della Reggia di Versailles. Gli interni furono decorati con affreschi di Jacopo Cestaro Fedele Fischetti.

La villa, terminata nel 1775, visse un periodo di splendore fino agli inizi dell’800 quando, a seguito di un susseguirsi di cambi di proprietà, si avviò verso il declino. Occupata militarmente durante l’ultimo conflitto, versò in uno stato di completo abbandono fino all’acquisto da parte dell’Ente Ville Vesuviane che si occupò del restauro.Attualmente la villa è utilizzata per importanti incontri culturali e di spettacolo quali il Festival delle Ville Vesuviane e la manifestazione internazionale Ethnos che accoglie gli artisti delle varie culture dell’area mediterranea. Nel suo interno ha sede anche lo STOA.Al suo interno sono dislocati anche alcuni uffici dell’Ente Ville Vesuviane.

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